Associazione Maria Teresa Ghiglia

Breve storia dell'associazione

L'associazione nasce nel novembre 2005 dal fruttuoso incontro di un gruppo di amici, uniti dal desiderio di continuare quei discorsi di crescita e integrazione sociale per giovani svantaggiati, in cui la Maestra GHIGLIA tanto aveva creduto.

L'articolazione del programma fa leva sulle relazioni umane e sull'autostima, mirando alla padronanza delle attività basilari che consentono di muoversi in autonomia - gestendo positivamente la quotidianità - anche nell'ottica del "dopo di noi".

Dall'universale si va verso il particolare, con progetti pilota "ad personam" che, dal recupero didattico al tempo libero, attraverso sport, musica, cultura e quant'altro, sfruttano tutto ciò che può essere utile per raggiungere gli obiettivi, pungolando a non mollare, perché, come diceva Seneca: "non è perché le cose appaiono difficili che non ci dobbiamo provare, ma è perché non ci proviamo che esse diventano difficili".

Maria Teresa Ghiglia

La vita



Maria Teresa Ghiglia nasce a Cuneo il 14.07.1910 da Emilia e da Giuseppe (Comandante della Polizia Municipale), genitori garanti di una crescita amorevole.

A soli sei anni, perde improvvisamente la mamma, ma dallo smarrimento e dal dolore di bambina prende vita, a poco a poco, quell'attenzione - che declinerà in maniera diversa per tutta la vita - verso i più piccoli e più deboli.
L'opera di educatrice inizia ufficialmente con il diploma magistrale e con la prima nomina da insegnante alla scuola elementare di Tarantasca, piccolo centro agricolo cuneese.

La convinzione che in ogni uomo ci siano delle qualità da scoprire - che lei definisce "talenti" - e la condivisione dell'Educazione Montessoriana sono le basi del Suo metodo di docente.

Dopo il matrimonio con Giorgio Scotta (Amministratore degli Ospedali Psichiatrici), si trasferisce a Torino, dove - diventata mamma - lascia l'insegnamento ufficiale e prende a cuore il problema dei malati di mente, per i quali, in sintonia con il prof. Goria (primario psichiatra), organizza percorsi di reinserimento familiare e sociale.

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, Maria Teresa con i figli (che adesso sono tre), sfolla in campagna vicino a Savigliano, dove - adoperandosi per la scolarizzazione ufficiosa dei piccoli contadini - conquista la fiducia e l'affetto anche dei grandi.

Alla fine del conflitto, ritorna in città e, pur con nuovi impegni di famiglia (è nato il quarto figlio), riprende con tenacia l'impegno umanitario, spaziando a 360° tra le problematiche sociali che il dopoguerra ha portato.

Non demorde e, anche negli anni sessanta, in un clima di sconvolgimenti dovuti all'immigrazione e al boom economico, organizza e sostiene un Patronato Scolastico per garantire pari opportunità di istruzione e crescita: impegno portato avanti fino alla morte - avvenuta nel 2001 - anche a favore degli adulti, facendo leva su conoscenza e cultura, per offrire dignità a tutti, indistintamente.

Oggi, di Lei sopravvivono la grande umanità, la fiducia nell'uomo e nei suoi "talenti" e l'impulso ad aiutare sempre, con dolce fermezza, il più piccolo, il più debole, il più svantaggiato